Una squadra si costruisce un pezzettino alla volta. “Mica prendi i Ronaldo e poi metti attorno semplici figurine, non avrebbe senso”, mi dice una solito voce dall’altro capo del solito telefono. “E vuoi mettere una società? Vale ancora di più. E il Modena Cavezzo è costruito così. Un pezzettino alla volta, un mattoncino dopo l’altro. Uno in fila all’altro. E ti ricordo che l’Under 19 ha acquisito il diritto di giocarsi un partita importante contro una squadra bolognese forte”, mi suggerisce, composta e professionale la voce. Che, come sempre, è la voce del mio Vice-President preferito, a volte più composto e professionale di molti Vice-President che hanno solcato i corridoi della Casa Bianca. Et voilà. “Beh sì, ma io guardo la Serie A”, gli dico e so già in quel momento che gli farò roteare i… cinque minuti. “La prima squadra è la copertina della società, certamente un vanto, ma poi sotto c’è tanto altro e non me lo dimentico mai”, puntualizza Mr. Bavutti. Lo stuzzico da una vita, visto che so benissimo che per il nostro – e, per osmosi, per quelli che lavorano con lui – una società è fatta, appunto, di tanti pezzettini: dirigenti e serie A, Dudu e Barbieri, ma anche settore giovanile e persino chi porta una bottiglia d’acqua. Sono tutti frammenti e ognuno permette all’altro di esistere. “Primo anno in serie A e arrivi quarto, vai ai playoff contro una super-squadra come la Samp, mica male”, lo galvanizzo. Ma lui, inaspettatamente rilancia. “E sei anche la miglior squadra per prestazione interna, cioè i tuoi tifosi sono quelli che hanno goduti più di tutti, no?”, aggiunge. E penso che già, sì. Dopo un anno completo, ventisei partite che sono le prime ventisei in un mondo nuovo, essere i migliori in qualcosa non è poco. Significa che chi è andato al Palazzetto di Via Cavour è il più fortunato tra tutti i tifosi del campionato. Ma quando nomino i tifosi, lo so bene che stuzzico Mr.Vice. “Speriamo che l’anno prossimo siano ancora di più, poi è chiaro che siamo felicissimi di quelli che ci sono stati”, chiaro, “ma il nostro obiettivo rimane sempre portare chi il sabato magari va al Grandemilia perché non sa cosa fare o chi s’addormenta sul divano mentre guarda per inerzia Campobasso-Avellino”, dice il Bava. E non posso che essere d’accordo. Quando c’è la serie A di qualcosa – che sia futsal o bocce, ping pong o calcio – significa che c’è qualcuno che sa fare magnificamente qualcosa. E in questo monsieur De La Palisse sarebbe fiero di me. Lapalissiano, appunto. Ma significa anche che magari c’è chi non sa o non pensa che a Cavezzo ci sia uno spettacolo così figo. E una squadra che fa sognare e – a volte e nemmeno poche – gioca un futsal che si potrebbe esibire in una stanzina del Louvre. Magari una defilata, eh, ma ci starebbe. Una squadra e una società che si meritano tutti i nostri complimenti e una promessa. Che a noi sembra ben poca cosa, ma è tanto: il prossimo anno al Palazzetto ci saremo e che porteremo un amico o un’amica. Scommettiamo che ci si diverte?
Luca Sgarbi